Chiare, fresche et dolci acque

Chiare, fresche et dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna; gentil ramo ove piacque (con sospir mi rimembra) a lei di fare al bel fianco colonna; erba e fior che la gonna leggiadra ricoverse co l’angelico seno; aere sacro, sereno, ove Amor co’ begli occhi il cor m’aperse: date udienza insieme a le dolenti mie parole estreme.

S’egli č pur mio destino, e ‘l cielo in ciō s’adopra, ch’Amor quest’occhi lagrimando chiuda, qualche grazia il meschino
corpo fra voi ricopra, e torni l’alma al proprio albergo ignuda.

La morte fia men cruda se questa spene porto a quel dubbioso passo; ché lo spirito lasso non poria mai in pių riposato porto
né in pių tranquilla fossa fuggir la carne travagliata e l’ossa.

Tempo verrā ancor forse ch’a l’usato soggiorno torni la fera bella e mansueta, et lā ‘ ov’ ella mi scorse nel benedetto giorno
volga la vista disiosa et lieta, cercandomi: et, o pieta!

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