Annunciazione Cavalcanti

Nel 1435 circa eseguì l’Annunciazione per l’altare Cavalcanti di Santa Croce. L’opera segna una deviazione dal solenne e dinamico stile usuale di Donatello, che qui creò una scena di grande dolcezza e misurata bellezza.

La ricca ornamentazione dorata dell’edicola non influisce in alcun modo sulla calma concentrazione dell’incontro sacro. I due protagonisti, l’Angelo e la Vergine, sono ad altorilievo e sono rappresentati nel momento immediatamente successivo all’apparizione angelica. La Vergine è colta moderatamente di sorpresa ed ha una reazione controllata. La sua figura è modellata secondo gli ideali anatomici degli antichi, ma supera l’arte antica per espressività delle emozioni più profonde: Wirtz parla di “interiorità animata e spiritualità astratta”, che gli antichi non conoscevano. L’Angelo, inginocchiato al suo cospetto, la guarda timidamente e con dolcezza, stabilendo un serrato dialogo visivo che rende la scena straordinariamente leggera e viva.

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