I lavori alla cupola iniziarono finalmente il 7 agosto 1420 e l’Opera del Duomo dispose esplicitamente che il modello da seguire fosse quello messo su da Filippo in piazza Duomo, che rimase visibile da tutta la cittadinanza fino al 1431.

La storia della costruzione della cupola, ricostruita con notevole precisione grazie alla biografia del Manetti ampliata dal Vasari, alla documentazione d’archivio pubblicata nell’Ottocento e ai risultati dell’osservazione diretta della struttura durante i lavori di restauro iniziati nel 1978, assume il tono incalzante di un’avventura umana irripetibile, come una sorta di mito moderno che ha come unico protagonista Brunelleschi stesso, con il suo genio, la sua tenacia, la sua fiducia nel raziocinio.
Brunelleschi dovette vincere le perplessità, le critiche e le incertezze degli Operai del Duomo e si prodigò in spiegazioni, modelli e relazioni sul suo progetto, che prevedeva la costruzione di una cupola a doppia calotta con camminamenti nell’intercapedine ed edificabile senza armatura, ma con impalcature autoportanti.
Per rompere gli indugi arrivò anche a dare una dimostrazione pratica di cupola costruita senza armatura nella cappella di Schiatta Ridolfi nella chiesa di San Jacopo sopr’Arno, oggi distrutta. Gli Operai alla fine si convinsero, ma affidarono l’incarico a Brunelleschi solo fino a un’altezza di 14 braccia, riservandosi prudentemente la conferma a un momento successivo, se l’opera fosse corrisposta a quanto promesso.

 

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