Nel 1429 i francescani di Santa Croce affidarono a Brunelleschi la ricostruzione della sala capitolare sul chiostro, che divenne poi la Cappella de’ Pazzi, finanziata da Andrea de’ Pazzi.

La prima pietra venne messa nel 1433 circa e i lavori proseguirono lentamente fino alla morte dell’architetto, venendo poi terminata dopo il 1470 da Giuliano da Maiano e altri. Con un arco così ampio per il completamento dei lavori è sempre stato un problema definire con precisione cosa spetti alla paternità di Brunelleschi e cosa sia stato frutto dell’opera dei suoi continuatori; una parte della critica propende oggi per riconoscere al grande architetto almeno il progetto in tutte le linee essenziali, sia della struttura interna che esterna, compreso, ma con maggiori riserve, il portico, che rappresenterebbe l’unica facciata brunelleschiana.

Lo schema generale, come nelle altre opere di Brunelleschi, si ispira a un precedente medievale, in questo caso la sala capitolare di Santa Maria Novella (il Cappellone degli Spagnoli), con un vano principale a pianta rettangolare e scarsella.

Pianta e alzato della Cappella dei Pazzi
Pianta e alzato della Cappella dei Pazzi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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